le barche che ho posseduto
Era il 1976, avevo appena 6 anni, quando mio padre tornando a casa da un viaggio di lavoro, mi racconto' di avere visto una barca a vela in legno, che appariva in disuso. Parlandone con un amico decisero di andare a vedere se era possibile acquistarla e qualche giorno più tardi, mio fratello assieme ad alcuni amici la recuperò e la portò a casa. La barca non vedeva manutenzione da molti anni, la vernice era scrostata e apparivano diversi strati di colore che la facevano apparire ancora più vecchia. Nonostante questo, con un po' di impegno e passione veniva rimessa a nuovo in tutta la sua bellezza.
Non lo sapevamo ancora, ma avevamo acquistato un LIGHTNING, barca americana nata dal progettista Olin Stephens nel 1939. Ia tipica forma spigolosa, una deriva in metallo basculante e il fondo piatto rendono questa deriva stabile e adatta alla planata con un equipaggio di tre persone. Dal numero velico 8205 possiamo risalire alla sua costruzione, datandola verso la fine degli anni 50'. La barca pesava oltre 300 Kg per cui non era possibile trascinarla in spiaggia, e veniva lasciata per tutta la stagione estiva, ancorata poco dopo il bagnasciuga. Nel 1981 verso la fine di Agosto, una mareggiata strappò la cima dell'ancora e la deriva spiaggiò andando contro le prime file dei porta obrelloni in cemento. Quell'estate fu l'ultima per quella splendida barca, in fatti verficati i danni sul fasciame, si decise di non rimetterla più in acqua. Rimase così nel magazzino di casa fino a quando venne data ad alcuni operai che erano da noi per alcuni lavori di ristrutturazione. Purtroppo da allora ne ho perso le tracce. Nella foto in secondo piano c'è un'altra particolare deriva appartenuta ad Antonio C., per anni, socio del Circolo Nautico Volano. Il Veliplano del cantiere Helios è una barca comoda e spaziosa con la qualità di essere difficilmente rovesciabile grazie alla sua forma particolare che nel momento in cui imbarca acqua, riacquisisce la stabilità riportando la stessa nella posizione di equilibrio. Ricordo con piacere molte veleggiate passate sulla stessa, con Andrea e Alessandro C.
Dopo qualche anno, nel 1983, decidemmo di acquistare un'altra deriva e ci si presentò l'occasione a Marina di Ravenna, un'altra spendida barca in legno uno STRALE del cantiere Santarelli. L'anno di costruzione, con numero velico 1090 risale ai primi anni 70, 4,90 di lunghezza e 13,5 metri quadri di superficie velica. Su questa deriva, assieme mio fratello Marco, ho trascorso molti giorni di divertimento nell'arco di 10 anni, imparando a portare la barca in tutte le condizioni di vento e mare, sia come prodiere che come timoniere.
Ricordo in particolare una uscita a fine estate, dove con una vera bufera di vento al traverso navigavamo in direzione Lido delle Nazioni quando tre onde consecutive hanno superato la coperta della barca, trascinando mio fratello che era al timone, in mare. Rimasto appeso al trapezio per pochi secondi l'ho visto agrappato con forza alla scotta della randa, ma subito dopo la barca si e' capovolta catapultandomi in acqua. Non senza difficoltà riuscimmo a raddrizzarla ma fummo costretti a rientrare a riva in quanto la forza del vento e del mare aveva fatto uscire dalla ralinga tutta la randa. Ho venduto lo STRALE qualche anno dopo, ma con piacere l'ho rivisto presso il nostro Circolo di Volano dove è attualmente, passata a diversi proprietari.
Siamo a fine estate 1993, Decido di fare un giro sul lago di Garda e ne approfitto per vedere se ci sono dei catamarani usati in vendita, ho intenzione di passare ai multiscafi, in particolare sono attratto dal DART18. A Torbole scopro invece un Hobie Cat 16 usato (meglio dire usatissimo!) ci si accorda sul prezzo e una settimana dopo lo porto a casa. La prima uscita e' pero' un anno dopo in quanto l'estate precedente era ormai finita e la barca aveva veramente bisogno di manutenzione. Parte da qui la mia esperienza su derive multiscafo ed in particolare sull'HC16, un catamarano che permette uscite in solitaria e in compagnia, vista la semplicità con cui lo si porta. L'HC16 ha il numero velico 76400 e risale al 1984, la colorazione e' molto bella (arcobaleno con fiocco giallo) e viene definita "boomer" nel sito della Hobie Cat.
Nel 2006 decido di acquistare un set di vele più nuove per essere competitivo nelle regate zonali a cui partecipo, e passo alle vele bianche con numero velico 105345. Nonostante le nuove vele, i risultati non sono comunque eccezzionali ma il divertimento e' comunque assicurato. All'inizio dell'estate 2008 decido di acquistare un nuovo Hobie Cat 16 e dopo una ricerca su internet, ne trovo uno di costruzione 2005. Gita fuori porta a Celle Ligure dove si trova per vederne lo stato, e due settimane dopo lo porto al circolo. Con sorpresa mi accorgo che la colorazione delle vele e' la stessa del mio primo hobie cat, in fatti nel 2005 la Hobie Cat ha rimesso in vendita la colorazione "Boomer", il cat ha inoltre il kit spi.
Pochi giorni dopo vengo contattato per l'acquisto del mio "vecchio" cat, ci si accorda sul prezzo e se ne va da casa verso Marina di Pietrasanta. Ho sempre pensato che anche le cose inanimate abbiano una sorta di anima e come tale vada rispettata e ricordata, lo voglio credere anche per quelle barche che ho posseduto e che ora sono in mano ad altri proprietari, voglio pensare che le possano mantenere e divertirsi ancora per lungo tempo, cosi' come ho fatto io. Vorrei infine chiudere con un forte abbraccio alla mia famiglia per avermi trasferito la passione della vela e con la quale ho condiviso e continuero' a farlo, le piu' belle emozioni che il mare puo' dare.